Povera Giulia, uccisa da una violenza cieca e irrazionale; povero assassino morto civilmente comunque vada: 20 anni di carcere nella migliore delle ipotesi; l’ergastolo nella peggiore. Due vite buttate. Perché tanta disumanità? Prima di morire Giulia ha lottato per ben venti minuti: un tempo infinito dopo essere stata accoltellata e ammutolita col nastro adesivo. Una ventina di coltellate inferte al collo e altre parti del corpo, tra cui mani e braccia della vittima, che ha cercato di difendersi fino all’ultimo. Perché? Che senso ha? Cui prodest, direbbero i latini. Narcisismo, possesso, incapacità di gestire una separazione, il senso della sconfitta, una educazione maschilista. Ma non sarà forse l’assoluta mancanza di empatia, cioè l’incapacità di percepire un’emozione che non sia il rancore? Pare che la ragazza quando è stata caricata nel porta bagagli era ancora viva. Poi l’ha finita, ha buttato il corpo in un dirupo come fosse una cosa e stupidamente ed è fuggito convinto che bastasse andarsene in Germania per farla franca. E mentre si attendono gli accertamenti scientifici per capire se ci sia stata premeditazione si discute anche della competenza essendo ancora dubbio se si possa radicare a Venezia o Pordenone. Nei prossimi giorni, soprattutto grazie ai rilievi che verranno eseguiti sulla Fiat Grande Punto la procura dovrà decidere se lo studente di ingegneria abbia progettato o meno di uccidere l’ex fidanzata. E’ su questo che si gioca tra l’ergastolo e la lunga detenzione. Per ora le accuse riguardano il sequestro di persona e l’omicidio volontario con l’aggravante di aver infierito su una persona con cui aveva avuto legami affettivi. L’autopsia e gli altri accertamenti irripetibili potranno chiarire meglio lo sviluppo dei fatti e quindi il più preciso inquadramento giuridico.
L’importanza dell’autopsia – l’autopsia dovrà chiarire a quale ora risalga esattamente la morte della giovane: se al momento dell’aggressione in un parcheggio di un’azienda di Fossò, quando il corpo di Giulia – secondo quanto si vede in un video girato dalle telecamere di sorveglianza – è stata caricato da Filippo nel bagagliaio della sua Fiat Grande Punto, oppure a Piancavallo, dove la giovane è stata gettata in una scarpata vicino al lago di Bàrcis. Un dettaglio importante per sciogliere il nodo della competenza territoriale tra Venezia e Pordenone