Criminologi esperti della scena del crimine, Criminologi esperti di mafia e terrorismo, Criminologi accademici, Criminologi laureati in scienze criminologiche o titoli analoghi, Criminologi televisivi, Criminologi psicologi o psichiatri, avvocati esperti in criminologia. Negli anni, la professione dei pronipoti di Cesare Lombroso ha visto cento e più declinazioni professionali, anche diverse, ma tutte accomunate dall’interesse per il crimine e per i mezzi atti a comprenderlo e reprimerlo.

Una norma sulla professione

A cercare una sintesi, nel 2016, è stata AICIS (Associazione Criminologi per l’Investigazione e la Sicurezza, costituitasi ai sensi della legge n. 4/2013) con la richiesta all’UNI (Ente Italiano di Normazione) di dettare una norma tecnica che configuri la figura del criminologo professionista.

Perché una Norma UNI?

L’iniziativa di richiedere l’emanazione della norma trova fondamento nell’art. 6, comma 2, della citata legge n. 4/2013 che dispone: “La qualificazione della prestazione professionale si basa sulla conformità della medesima a norme tecniche UNI ISO, UNI EN ISO, UNI EN e UNI, di seguito denominate «normativa tecnica UNI»”. Ora la norma è in via di pubblicazione e diventerà alla luce della citata norma paradigma unitario per la professione. Infatti, il comma terzo dell’art. 6 citato stabilisce: “I requisiti, le competenze,  le   modalità   di   esercizio dell’attività  e  le  modalità di  comunicazione  verso   l’utente individuate dalla normativa  tecnica  UNI  costituiscono  principi  e criteri generali che disciplinano l’esercizio autoregolamentato della singola attività professionale e ne assicurano la qualificazione”.

Chi è il Criminologo professionista? 

La Norma UNI si è incaricata di trovare – data la varietà dei soggetti che nelle più disparate esperienze professionali si fregiano di tale qualifica – il “minimo comune denominatore” della figura del criminologo.

Secondo la Norma: «Il criminologo professionista studia il delitto nella sua realtà oggettiva e nelle sue cause. Il suo campo d’azione ha come oggetto lo studio del fenomeno criminale e dei mezzi atti a reprimerlo». Nel rimarcare la locuzione “studio” la norma qualifica, come del resto vuole la legge 4/2013, la professione come “professione intellettuale”, il che esclude a priori la certificazione di figure professionali di tutto rispetto ma che operano solo a livello tecnico (es. tecnici di dattiloscopia; fotografi giudiziari; ecc.)

La produzione della norma e gli stakeholder 

Il percorso per la produzione della norma è stato lungo (quasi quattro anni) e per questo ha consentito un ampio confronto con le categorie interessate nell’universo della criminologia intesa in senso più ampio. E’ pertanto stato istituito un tavolo di confronto con i diversi stakeholder interessati i quali, oltre che contribuire con le rispettive esperienze, hanno “condizionato” la norma ciascuno a favore della propria categoria. Così facendo, la Norma UNI include i professionisti di ogni categoria rappresentata, previa una verifica di pertinenza con la definizione data della “professione del Criminologo” data (il cui “ … campo d’azione ha come oggetto lo studio del fenomeno criminale e dei mezzi atti a reprimerlo”).

Gli stakeholder interessati

Senza volerli elencare tutti, nelle diverse fasi della normazione (tavolo pre-normativo; tavolo tecnico; commissione UNI per Professioni non Regolamentate), hanno partecipato all’iter della norma rappresentanti delle diverse categorie come quelle delle forze dell’ordine, dei Security Manager, del mondo Accademico, del mondo associativo dei criminologi, delle associazioni di categoria (Ascom ed altri), degli ordini professionali (Psicologi ed altri), della sicurezza informatica (Risk Control) e degli investigatori privati italiani (Federpol).

Una norma inclusiva 

Il risultato di questo lungo confronto è stato quello di avere una norma “inclusiva” capace di divenire – come già detto – il “minimo comune denominatore” di tutti i professionisti che nella loro attività intendano rispecchiarsi nei parametri della norma stessa (magari attraverso la certificazione). Questo vale tanto per chi intenda qualificarsi come criminologo tout court, quanto per chi, nell’ambito di altri percorsi professionali (lo Psichiatra, lo Psicologo, il Grafologo, il biologo forense, l’Avocato, il Manager della Sicurezza, l’Investigatore privato, ecc.) intenda qualificarsi o certificarsi secondo i paradigmi e percorsi definiti dalla Norma.

L’importanza degli stakeholder 

La partecipazione degli stakeholder è valsa a consentire ai singoli professionisti di aree diverse – a patto che presentino le caratteristiche richieste dalla Norma UNI – di qualificarsi come Criminologi. Facciamo l’esempio degli investigatori privati: la presenza della Federpol al tavolo di normazione ha permesso di consentire agli investigatori autorizzati – grazie alla determinazione del Presidente Luciano Tommaso Ponzi, convinto assertore di una apertura agli appartenenti alla categoria – di potersi qualificare come Criminologi: non tutti naturalmente, ma quelli le cui caratteristiche corrispondano alla norma. Vale lo stesso concetto per ogni altra categoria di professionisti interessati nei rispettivi ambiti alla materia criminologica (psichiatri, psicologi, ricercatori, sociologi, genetisti e così via). 

AICIS ha avuto l’onore di patrocinare una Norma Tecnica sulla professione del Criminologo e dove c’è “norma” c’è chiarezza.