Redazione

Il carcere visto da dentro” è il titolo del diciottesimo rapporto di Antigone (associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale) sulle condizioni di detenzione in Italia. Se lo scopo principale della pena dovrebbe essere quello del reinserimento sociale ed evitare che le persone condannate tornino a delinquere, il carcere non sembra riuscire ad adempiere al dettame costituzionale.

In sostanza a segnare un notevole aumento è la recidiva, cioè la reiterazione di reati da parte di uno stesso autore già condannato. Il dato evidenzia l’insufficienza della funzione di rieducazione e reinserimento sociale che l’art. 27 della costituzione assegna al sistema penitenziario. Infatti, secondo lo studio di Antigone, diminuisce il numero dei reati in generale e dei detenuti in termini assoluti, ma aumenta il numero medio di reati per persona. Nonostante il calo dei reati che si registra ormai da anni (-12,6% rispetto al 2019), le persone detenute si trovano a scontare pene sempre più lunghe. Al dicembre 2021 fra i detenuti definitivi, il 50% stava scontando una condanna definitiva uguale o superiore a 5 anni e il 29% aveva subito una condanna a 10 o più anni. Dieci anni fa queste percentuali erano rispettivamente il 40% e il 21%. Aumentano anche gli ergastolani: erano 408 nel 1992, 990 nel 2002, 1.581 nel 2012 e oggi sono 1.810. Un aumento impressionante considerando il calo degli omicidi in Italia (quasi 1500 nel 1992, meno di 300 nel 2021).

 

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