di Rosaria Vittadini*
Analogamente alle tracce fisiche, quelle in memoria possono essere contaminate, perdute, distrutte o utilizzate per arrivare ad una ricostruzione scorretta dell’evento su cui si indaga.
Tra gli illustri relatori al Corso di Aggiornamento degli investigatori privati Federpol il 22 aprile scorso a Reggio Calabria era presente anche il Prof. Ugo Terracciano Presidente di AICIS, introducendo il tema di cruciale importanza che riguarda Le Tecniche del Colloquio Investigativo e la Psicologia della Testimonianza.
Tra le fonti di prova, sia in sede civile che in sede penale, il testimone assume un ruolo fondamentale, perché una volta individuato un teste utile per l’indagine, diventano molto importanti le modalità di intervista per ottenere una informazione il più possibile conforme alla realtà.
L’investigatore svolge un ruolo di valenza giuridico-forense poiché gli esiti delle indagini svolte, di regola, sono destinati ad un utilizzo processuale: il campo dell’investigazione, cioè, è circoscritto a questioni definite in senso tecnico azionabili.
La persona informata dei fatti si identifica con quel soggetto che può riferire circostanze utili ai fini delle indagini, ascoltato dal pubblico ministero, dalla polizia giudiziaria o dal difensore. Per acquisire notizie, il difensore, il sostituto, gli investigatori privati autorizzati o consulenti tecnici, possono conferire con le persone in grado di riferire circostanze utili ai fini dell’attività investigativa: l’acquisizione delle notizie avviene attraverso un colloquio non documentato.
Nell’attività svolta dall’Investigatore Privato Autorizzato bisogna distinguere due settori: quello civile e quello penale. Nel procedimento civile il lavoro dell’investigatore si risolve nell’individuazione dei testi e si tratta quindi di un’attività ricognitiva; nel penale, invece, Alla ricognizione si affianca la prerogativa, prevista dal codice, di effettuare colloqui, attraverso cui selezionare solo i soggetti che possano fornire le informazioni utili a discarico del proprio cliente.
Il problema della testimonianza (o delle sommarie informazioni) risiede nella attendibilità assoluta della deposizione, per ottenere la quale chi procede deve mettere in atto tecniche idonee ad evitare l’inquinamento della testimonianza. Gli investigatori agiscono pensando che la memoria umana sia paragonabile ad un registratore, ma la scienza ha dimostrato il contrario evidenziando le tendenze erronee più comuni.
In realtà, la ricostruzione di tracce di memoria è un processo che può essere contaminato, con punti di vuoto, che potrebbero definire una ricostruzione scorretta dell’evento, causando rilevanti conseguenze sull’esito finale dell’investigazione.
Rievocare un ricordo è un processo soggettivo condizionato da fattori ambientali e psicologici, che influiscono sul modo in cui un evento è vissuto; affinché l’acquisizione delle informazioni da parte di un testimone sia sufficientemente attendibile è necessario che questi sia esposto all’evento per almeno venti secondi. Vi sono inoltre dei dettagli rilevanti, come la considerazione che alcuni ricordi possono essere alterati in base al tipo di evento. Se ad esempio il teste deve rievocare un episodio di cui è rimasto vittima dato che è stato sottoposto ad un forte stress potrebbe sviluppare una sindrome da evento post-traumatico che condiziona la memoria.
L’operatore nello svolgimento del colloquio deve tener presente dei fattori quali: lo status dell’intervistato, la sua idoneità (vista, udito, ecc.) e la modalità di approccio (amichevole o autoritario). Trattandosi di recuperare un ricordo le modalità di recupero possono svolgersi sia tramite una rievocazione (descrizione di un evento) o tramite un riconoscimento (individuazione di una persona o di un oggetto o per comparazione).
Altri fattori che potrebbero influire sulla resa testimoniale sono: le variabili che riguardano le caratteristiche dell’evento (intervallo di tempo tra codifica del fatto e recupero, detto “intervallo di ritenzione”) e le variabili inerenti le caratteristiche del testimone. Inoltre studi di settore hanno dimostrato che sotto gli stimoli carichi emotivamente (vista di sangue o atti violenti), l’attenzione umana si focalizza solo su gli elementi più cruenti trascurando il resto: in queso caso si parla di “cecità indotta dalle emozioni”.
Le caratteristiche personali maggiormente studiate sul testimone oculare, correlate ad una migliore resa testimoniale sono i tratti di personalità, dalla razza e dal sesso. Il resoconto del teste includerà non solo aspetti descrittivi, ma anche esplicativi, non potrà limitarsi a riprodurre meccanicamente ciò che ha visto, ma cercherà di spiegarlo e identificarne le cause.
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L’AUTORE
Rosaria Vittadini, dottoressa in Scienze dell’Investigazione e Presidente AICIS per la Regione Sicilia.
AICIS