L’ONU coopererà perché si faccia chiarezza sulla drammatica morte di Mario Paciolla, il cooperante napoletano trovato morto in Colombia in circostanze tutte da chiarire. In un primo momento la polizia aveva concluso per il suicidio
Ma subito dopo, grazie all’inchiesta giornalistica di Claudia Julieta Duque, amica di Paciolla, redattrice per il giornale colombiano El Espectador, sulle cause della morte sono sorti molti dubbi tanto da spingere i familiari di Mario e gli amici a chiedere indagini più approfondite. Sugli accertamenti condotti nell’immediatezza si condensano sospetti di leggerezza e scarsa professionalità, se non altro. Per esempio, non si è capita la decisione di autorizzare le proprie unità di controllo a recuperare dall’appartamento di Mario tutti i suoi effetti personali, con il conseguente inquinamento la scena dei fatti. Ora si apprende da una nota ufficiale che “le Nazioni Unite stanno cooperando pienamente con le autorità colombiane responsabili di determinare con certezza la causa della morte. La missione di verifica, con tutto il sostegno necessario del quartier generale delle Nazioni Unite, ha risposto a tutte le richieste di assistenza. Ciò ha incluso la revoca delle immunità per consentire interrogatori con i colleghi del sig. Paciolla e facilitando tutte le richieste di revisione degli effetti personali e delle attrezzature di lavoro nell’ambito dell’indagine”.
Mario Carmine Paciolla, originario del Rione Alto a Napoli, era un collaboratore dell’ONU. E’ stato trovato morto alle 19.40 italiane del 15 luglio scorso in Colombia, nell’abitazione dove viveva a San Vicente del Caguan. Secondo i genitori e gli amici “Mario è stato ucciso, non si è tolto la vita”. Negli ultimi giorni il ragazzo era preoccupato: non aveva nascosto alla famiglia di sentirsi minacciato.
Secondo una prima ricostruzione delle autorità colombiane, il 33enne sarebbe morto per impiccagione ma più di un elemento smentirebbe questa ricostruzione. Classe 1987, Mario è cresciuto a Napoli nella zona del Rione Alto. Laureato in Scienze Politiche ha vissuto per parecchi anni all’estero tra Francia, Giordania, India e Argentina.
Per ottenere verità sulla morte di Mario si è mobilitata anche la Rete accademica europea per la pace in Colombia (Europaz), che in una nota esprime il proprio dolore e sgomento ed esorta: “Dobbiamo diventare milioni per avere la verità sulla morte di Mario Paciolla”.