(AICIS) Morire per uno sguardo di troppo. Un gesto male interpretato, un battibecco, poi l’aggressione. Simone Frascogna aveva accostato sulla sinistra, parcheggiando nei pressi dell’abitazione di un amico in attesa che scendesse. Una fermata, in termini di circolazione stradale, un atto di sfida secondo tre giovani di passaggio. Era il 3 novembre intorno alle 21.30 lungo il corso Umberto I di Casalnuovo (Napoli). Ed è lì che è andata in scena una giornata di ordinaria follia. I tre, così come emerso dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza, giunti a bordo di una Smart sono scesi ed anno assalito gli occupanti dell’auto – una Ford – prendendosela con l’amico di Simone, il 18enne Luigi Salomone. Motivo: un gesto mal digerito, per motivi di viabilità, con la vittima 19enne e l’amico che si trovavano in una Ford Fiesta. Il primo a finire nel mirino è stato Luigi che ha ricevuto una coltellata. A quel punto è intervenuto Simone che ha provato in tutti i modi a difendere il 18enne. Nella colluttazione fisica stava avendo la meglio sfoderando le sue abilità nelle arti marziali prima di subire diverse coltellate rivelatesi poi fatali. Morirà di lì a poco, subito dopo l’arrivo al pronto soccorso del Cardarelli. Salomone ha invece riportato una prognosi di 15 giorni. A sferrare le coltellate Domenico Iossa jr, originario di Acerra e di professione carrozziere che, durante la colluttazione pare si sia vantato di alcune parentele “pesanti” nel campo della malavita due ragazzini (B.C. e T.F. di 16 e 17 anni). Individuati dai Carabinieri hanno confessato.
Lo scorso 6 settembre, nella stessa zona si era verificata un’altra brutale aggressione: vittima un ragazzo di 21 anni che venne accoltellato più volte da un coetaneo per motivi passionali (al termine di una festa di compleanno, c’era una ragazza contesa). Si è salvato solo al termine di un intervento durato circa sette ore all’ospedale Villa Betania di Acerra. Il responsabile, era un 21enne.
Succede solo a Napoli? – Lo stereotipo della “Napoli violenta” qui non si applica. Episodi del genere si registrano dappertutto. Nel novembre 2017 un uomo di 36 anni, che era in macchina con la moglie e due bambini piccoli, è finito in ospedale dopo l’aggressione è in strada. La vittima e i suoi aggressori si erano incontrati ad un semaforo e tra loro era iniziata una discussione, è volato qualche insulto ma tutto sembrava finito lì. Al semaforo dopo invece l’occupante dell’altra macchina era sceso e aveva preso a pugni il trentaseienne. Nell’estate dell’anno precedente per un diverbio stradale – una lite per il parcheggio – un ragazzo di 23 anni era stato accerchiato da quattro uomini e picchiato a sangue rischiando un danno permanente alla vista. Sempre nel 2016, a Bitonto (Bari), un sessantasettenne incensurato aveva accoltellato e ucciso un automobilista, Giuseppe Muscatelli, 25 anni, durante una lite banale.
La violenza stradale in crescita: C’è chi per una mancata precedenza insegue il trasgressore e lo punisce a calci e pugni. Chi nel parcheggio, per un posto auto sottratto con destrezza all’ultimo momento, scende e passa alle vie di fatto aggredendo fisicamente il “furbetto stradale”. C’è l’automobilista che dopo l’incidente, spaventato dalla reazione furiosa della controparte scappa anche a costo di un’accusa di omissione di soccorso. C’è anche chi, e purtroppo non è un modo di dire, in una lite stradale perde la vita.
Nel 2013 sono stati 143 gli episodi gravi di aggressioni fisiche su strada fra conducenti, nei quali 198 persone hanno riportato lesioni, 49 delle quali molto gravi, 5 mortali.
A distanza di cinque anni, nel 2018 le aggressioni sono state 181, cinque morti e 223 feriti, 40 dei quali gravi. Nel 16% degli episodi (29 casi) uno dei protagonisti era straniero. Nel 18,2% dei casi gli aggressori hanno utilizzato armi proprie e nel 15,5% armi improprie (mazze, utensili o la stessa vettura).
AICIS