(CRIMINOLOGI AICIS) 

Un altro omicidio-suicidio in ambito familiare. Lui, bolognese, 77 anni ha esploso due colpi con il fucile da caccia contro la moglie Maria Rosa Elmi, poi ha rivolto l’arma contro di sé per farla finita: ora è gravissimo. 

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In casa un tragico biglietto: vogliamo farla finita insieme.

Lei è morta, uccisa da due colpi di fucile sparati al ventre dal marito. Dopo avere ucciso la moglie l’uomo ha tentato il suicidio, sparandosi con la stessa arma.

Secondo le prime indagini, portate avanti dai carabinieri di Borgo Panigale, l’arma usata è un fucile da caccia regolarmente detenuto dall’uomo. Non sono ancora chiari i motivi del gesto: la coppia, entrambi pensionati, viveva in centro a Castello di Serravalle e aveva figli. Secondo alcune indiscrezioni pare che i due avessero problemi di salute

Qui è abbastanza evidente che si tratti di una decisione suicidaria maturata in simbiosi tra i due coniugi. Tuttavia, i dati ISTAT rivelano che «gli omicidi in ambito familiare o affettivo sono il 27,9% del totale degli omicidi di uomini e l’83,8% di quelli che hanno come vittime le donne; quindici anni fa gli stessi valori erano pari rispettivamente a 12,0% e 59,1%». Le donne sono uccise soprattutto dal partner o ex partner (61,3%): in particolare, 55 omicidi (49,5%) sono causati da un uomo con cui la donna era legata da relazione affettiva al momento della sua morte (marito, convivente, fidanzato), 13 (11,7%) da un ex partner. Fra i partner, nel 70,0% dei casi l’assassino è il marito, mentre tra gli ex prevalgono gli ex conviventi e gli ex fidanzati. Agli omicidi dei partner si sommano quelli da parte di altri familiari (il 22,5%, pari a 25 donne) e di altri conoscenti (4,5%; 5 vittime). Questi valori sono complessivamente stabili negli anni.

AICIS