I Carabinieri chiedono l’accesso all’Anagrafe dei rapporti finanziari dell’Agenzia delle Entrate, un tempo nota come anagrafe dei conti correnti. A ritornare sull’argomento è stato il Comandante Generale dell’Arma davanti al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e mezzo governo presente alla Scuola Ufficiali per l’inaugurazione dell’anno accademico.

«Auspichiamo l’accesso diretto alle banche dati operative di settore» ha detto il generale Giovanni Nistri Comandante dei Carbinieri.

Si tratta di un patrimonio sconfinato di informazioni: transazioni, conti correnti, investimenti e finanziamenti, cui possono fare accesso l’autorità giudiziaria, le forze di polizia delegate, ma anche il questore, in quanto autorità di pubblica sicurezza, ai fini della proposta di misure di prevenzione antimafia. Stesso potere per la Dia (direzione investigativa antimafia). La Guardia di Finanza ha altresì accesso diretto all’anagrafe dei rapporti finanziari per esigenze di natura tributaria. Il mancato accesso, secondo il Generale Nastri, limiterebbe il campo delle indagini sulla criminalità organizzata. «L’aggressione ai patrimoni illeciti – sostiene il Comandante Generale – è parte integrante della cultura investigativa dei Carabinieri». La questione stava per essere risolta con il decreto sicurezza dell’allora ministro Matteo Salvini, ma alla fine prevalsero le obiezioni del dipartimento di Pubblica sicurezza guidato dal prefetto Franco Gabrielli. Nistri tuttavia non molla e la partita sembra non essere ancora finita.