#di Monica Atzei
Nel webinar tenutosi lo scorso 21 giugno, con focus sul fenomeno delle baby gang, abbiamo parlato anche del “disimpegno morale”, un costrutto basato sulla teoria dello psicologo Albert Bandura che riconosce nei meccanismi di dislocazione e di diffusione della responsabilità, la possibilità per l’individuo di non sentirsi responsabile dell’azione commessa, mettendo così a tacere il contrasto tra comportamento agito e standard morali. E’ come se il reato nascesse improvvisamente senza una progettazione reale.
In pratica chi si avvale del “disimpegno morale” contraddice gli stessi valori che difende, degli esempi sono il parlare di rispetto ed empatia e utilizzano gli insulti, oppure di pace e diventano aggressivi nei toni e negli atteggiamenti.
Il disimpegno morale può essere legato a vari fenomeni sia storici ma anche quotidiani: persone che lottano contro la corruzione e che poi intascano le tangenti. Oppure chi manifesta per difendere dei diritti e poi sfrutta i propri dipendenti.
Ciò che qui vogliamo riportare è il fatto che questo tipo di atteggiamento non provoca alcun disagio/pentimento nelle persone che si comportano in tal maniera e cadono in determinate contraddizioni.
La teoria del disimpegno morale
Esistono diverse teorie che descrivono il modo in cui noi esseri umani acquisiamo i principi e i valori etici e morali che ci governano. Per lo psicologo Albert Bandura questi valori ci vengono inculcati mediante stimoli di ricompensa e punizione: facciamo nostre le “regole” con questa dinamica.
Secondo le sue tesi e i suoi studi alcune contesti durante la vita portano a una “revisione/flessibilità” nell’osservare le norme; questo è dato da diversi fattori come la società, l’ambiente, la convenienza in quel momento… Diciamo svariate cause. Questo significa che l’uomo e anche l’adolescente possono arrivare a contravvenire le regole che sono state inculcate fin dall’infanzia e che hanno anche osservato.
Di fatto si tradiscono le proprie convinzioni morali e questo porta a una sorta di disagio, malessere, anche senso di colpa se vogliamo e rimorso; per questo motivo la persona in questione ha bisogno, “deve” superare questo stato in cui si trova dopo aver disatteso al suo “regolamento interiore”.
Ma questo come può avvenire? Sicuramente modificando il suo “modus operandi” oppure utilizzando dei meccanismi che giustifichino le sue azioni, come il disimpegno morale. Questo meccanismo subentra affinchè la persona eviti di stare male.
I meccanismi del disimpegno morale
Secondo Albert Bandura, sono otto i meccanismi attraverso i quali viene attuato il disimpegno morale in merito al proprio comportamento. Ciò vuol dire che esistono otto modi per giustificare o dare comunque una spiegazione convincente delle ragioni per cui l’uomo tradisce/disattende i valori in cui ha sempre creduto e ha sempre portato avanti con convinzione.
I meccanismi sono
- La giustificazione morale: questo meccanismo giustifica un’azione negativa ridefinendone il significato e vedendola come rispondente a dei principi accettati socialmente, come per esempio la religione o l’onore.
- L’etichettamento eufemistico: attenuare la violenza agita tramite delle parole con cui viene nominata.
- Il confronto vantaggioso: consiste nel confrontare i nostri comportamenti con altri ritenuti peggiori.
- Il dislocamento della responsabilità: spostare la responsabilità verso un’atra persona, non siamo più noi gli agenti attivi e consapevoli di un dato comportamento; la responsabilità viene attribuita ad autorità superiori; es. Un ordine impartito dal nostro capo.
- La diffusione di responsabilità: questo meccanismo permette di condividere con altri le azioni dannose, un ‘azione di gruppo. Tipico delle baby gang.
- La distorsione delle conseguenze: alterare gli effetti del comportamento che ha provocato un danno in modo da ridurre il proprio senso di colpa personale; questo meccanismo determina una distanza tra il soggetto danneggiante e la vittima danneggiata.
- La deumanizzazione della vittima: deprivare il soggetto cui sono rivolte le azioni dannose delle caratteristiche umane, degradare la persona.
- Attribuzione della colpa: consiste nell’attribuire la colpa agli avversari o alle circostanze.
Bandura sostiene che questi meccanismi operano a vari livelli:
- Livello dell’interpretazione dell’azione: Giustificazione Morale, Etichettamento Eufemistico e Confronto Vantaggioso.
- Livello della distorsione del rapporto esistente fra causa ed effetto: Dislocamento e Diffusione della Responsabilità, Distorsione delle Conseguenze.
- Livello della rappresentazione della vittima: Deumanizzazione e Attribuzione di Colpa.
I ragazzi che fanno prepotenze presentano livelli alti di disimpegno morale e una scarsa autoefficacia personale. Si tratta di ragazzi che tendono a deresponsabilizzarsi rispetto al loro comportamento o comunque a delegittimarsi. Il più delle volte agiscono in gruppo; in questo modo, oltre a essere più difficile per loro essere individuati singolarmente, riescono a ottenere il supporto del gruppo e quando postano le loro azioni sui social anche il supporto dai “like” e tutto ciò rinforza il loro comportamento.
Conclusioni
Questi meccanismi vengono impiegati ogni giorno nella nostra società. Viviamo in un tempo in cui la morale e la cura non son più al primo posto. L’evoluzione del modo di vivere e della società ha dei tempi molto incalzanti e si è diventati più “vaghi” nel rispetto delle regole.
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Bibliografia:
Albert Bandura- Disimpegno morale. Come facciamo del male continuando a vivere bene (2017)
Ritagrazia Ardone e Anna C. Baldry- Mediare i conflitti a scuola (2003)
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L’AUTRICE
Monica Atzei è una criminologa qualificata AICIS, giornalista ed insegnante di materie letterarie. Scrive per diversi magazine e blog e collabora come ufficio stampa di band, locali, booking e con una label.
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