Ha accoltellato lo scorso 29 maggio in classe la propria insegnante di italiano e storia e dal giorno dell’arresto è rinchiuso nel carcere minorile Beccaria di Milano (https://www.agi.it/cronaca/news/2023-05-30/professoressa-accoltellata-parere-psichiatra-valditara-21608922/).

Ora, la scuola, il liceo ’Alessandrini’ di Abbiategrasso, con un provvedimento decretato all’unanimità dal Consiglio di Istituto, lo ha espulso. Una decisione basata sul gravissimo fatto avvenuto in un drammatico lunedì mattina nella seconda liceo scientifico.

Un provvedimento che dovrebbe apparire scontato alla luce del regolamento d’istituto ed anche più semplicemente a rigore di logica. Ma la famiglia non ha intenzione di accettarlo. Come riferisce il Quotidiano Nazionale, infatti, il legale della famiglia avrebbe annunciato ricorso. Motivo? Perché secondo i familiari “non si è tenuto conto del suo rendimento scolastico“. Secondo loro il Consiglio avrebbe assunto una decisione ‘pilatesca’ che non ha voluto tener conto del rendimento scolastico del giovane. La decisione su una eventuale bocciatura competeva al Consiglio di classe nel corso di un regolare scrutinio. Il ragazzo aveva solo una insufficienza, quella in storia. Per il resto aveva la media del 9 in fisica e 8 in matematica. Voti che, secondo il legale della famiglia, non potevano giustificare la bocciatura. Quindi, secondo questa tesi, non potendolo bocciare la scuola avrebbe deciso di espellerlo.

LA VITTIMA

L’aggressione alla docente era avvenuta nel corso della prima ora di lezione. Il ragazzo l’ha attinta con dei fendenti alla testa e alle braccia (queste ultime probabilmente sono tipiche lesioni da difesa). L’insegnante, ferita, portata in ospedale, è rimasta ricoverata per quattro giorni. I sanitari avevano riscontrato diverse ferite da taglio sulla testa, inclusa una microfrattura cranica. I colpi inferti vicino al collo per puro caso non hanno intercettato l’aorta, altrimenti l’esito sarebbe stato letale.

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