Una delle caratteristiche comuni dei delitti commessi dai baby-killer è l’efferatezza con la quale si provoca la morte della vittima.

La letteratura criminologica documenta una serie di casi in cui le vittime sono state pugnalate più di sedici volte o strangolate ripetutamente. Questi segni di accanimento riflettono il carattere feroce del delitto, che è mosso da impulsi incontrollabili. Solitamente, infatti, l’attacco omicida è di natura impulsiva e spontanea: il carattere improvviso si evince dal fatto che spesso non sono presenti segni di premeditazione e di pianificazione e l’arma utilizzata è quella che l’assassino trova a disposizione.

L’esecuzione del reato avviene, di solito, in uno stato mentale dissociativo, chiamato “episodic dyscontrol syndrome”. Durante l’atto violento, l’omicida fa esperienza di sentimenti transitori di estraneità e di distanziamento da se stesso e dalla realtà esterna; egli attua inconsciamente una dissociazione difensiva nei confronti delle proprie pulsioni distruttive che vengono agite fuori dalla sua consapevolezza.

Questa momentanea “fuga dal reale” spiegherebbe anche l’amnesia che comunenemente segue l’azione omicida dei baby-killer che a causa di una chiara distorsione della memoria, non sono in grado di rievocare il crimine. Anche dopo aver confessato, essi appaiono freddi e distaccati, incapaci di provare rimorso, senso di colpa per gli effetti delle loro azioni. La mancanza di empatia riscontrata in questi soggetti ha portato a formulare l’ipotesi della deumanizzazione della vittima, ossia, essa è considerata un mero oggetto e non un essere umano; proprio per questo motivo, ci si sente autorizzati ad infliggerle qualsiasi atto distruttivo. Ebbene, la poca considerazione che il minore ha verso se stesso lo spinge a spostare sulla vittima la svalutazione e l’umiliazione di sé; tale meccanismo rende più facile il comportamento aggressivo.

Nel corso degli studi sono state identificate due differenti tipologie di assassini.

Tale distinzione si riferisce alle caratteristiche comportamentali del minore, manifestate prima della commissione del delitto.

  • Il primo tipo, il distaccato, si distingue per la sua timidezza e riservatezza, viene descritto come un individuo solitario, sensibile ed intelligente, non manifesta nessun segno di aggressività o violenza prima di compiere il delitto che quindi viene considerato un evento imprevedibile e inspiegabile.
  • Il secondo tipo è l’aggressivo, caratterizzato da impulsività, irrequietezza, irritabilità, incline al litigio, fisicamente crudele con gli animali, spesso è il primo ad iniziare gli scontri fisici.

L’AUTRICE

Mariantonietta Deiana è una criminologa qualificata AICIS,  educatrice professionale, mediatore familiare, lavora con bambini e famiglie in situazione di vulnerabilità

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