(AICIS) Aveva fatto lezione in classe mostrando le caricature di Maometto. Al grido di “Allah Akbar” (Allah è grande) è stato decapitato. Vittima un professore aggredito davanti alla sua scuola, nella banlieue di Parigi. Il terrorista è un 18 enne, nato a Mosca che si è diretto verso i poliziotti subito accorsi. Probabilmente aveva addosso un giubbetto esplosivo e il coltello insanguinato ancora in mano. Non si è fermato all’alt e gli agenti lo hanno abbattuto. 

E’ accaduto dopo appena tre settimane dopo l’attentato davanti alla ex redazione di Charlie Hebdo. La polizia ha fermato altre cinque persone (tra le quali i genitori di uno studente del liceo in cui lavorava la vittima) e le ha interrogate nella notte tra venerdì e sabato. Grazie alle loro deposizioni il numero dei fermati è lievitato da cinque a nove. Lo rende noto una fonte giudiziaria.

Una rete «liquida»: Aveva 18 anni ed era poco più di un “cane sciolto”. Dal numero di arresti operati dalla polizia francese (9 persone) si può pensare ad una piccola rete. Mentre i collegamenti con la grande rete di “Al-Quaeda” sembra confermarsi molto più blanda. Non c’è più, in sostanza, una forte regia centralizzata, ma piuttosto un certo numero di “cellule” dormienti, che si attivano più che per una jiaad globale, per una jiad locale e domestica. Ogni cellula decide i tempi e modi di azione e questo aumenta l’insicurezza generale.

Cosa c’entra l’Islam?  La confessione islamica è la seconda religione nel mondo; conta un miliardo e 300 mila fedeli; e diffusa in 5 continenti; nasce nella città araba della Mecca con la predicazione di Maometto (Muhammad): l’ultimo profeta «inviato da Allah; la «confessione» più seguita è quella «Sunnita» (90% dei musulmani). Il Corano e la Sunna contengono precetti che spaziano dalla mistica all’applicazione del diritto che derivano, parimenti, dal volere di Dio. Tendenzialmente l’islam tende a rifuggere la distinzione tra «religione» e «politica», tra «fede» e «diritto». Non esiste nel mondo islamico un equivalente della gerarchia ecclesiastica del Cattolicesimo.

Le tre le molle della radicalizzazione: la spinta alla radicalizzazione dei singoli deriva dall’evocazione dell’atrocità commesse dai paesi occidentali contro il popolo musulmano; dall’incarnazione della figura dell’eroe che vendica e protegge i propri fratelli e sorelle musulmani; dalla concezione della morte come il ritorno ad Allah e il premio del paradiso.

Alla base del reclutamento: c’è il condizionamento psicologico e la propaganda. I canali di propaganda si diramano soprattutto attraverso la rete web e i social.

 

 

 

 

 

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