#Redazione AICIS
Il giorno 3 febbraio 2023 u.s. , a Spilimbergo nella splendida Sala Grande del Palazzo TADEA sito all’interno delle Mura del locale Castello Medioevale, a partire dalle 18,00, si è svolta una conferenza su una tematica di attualità intitolata: “La violenza sulle donne coinvolte nelle guerre e nelle belligeranze -Le ripercussioni fisiche e psicologiche sulle donne, madri, figlie, spose e …combattenti. -Sopravvivenza, accoglienza, legalità.”
Promotori della iniziativa La Associazione Nazionale Carabinieri In Congedo, Sezione di Spilimbergo, in collaborazione con l’Assessorato alla Coltura del Comune di Spilimbergo. Da una idea partita dal Dott. Andrea MARIUZ -uno dei relatori- iscritto alla medesima sezione e associato AICIS, si è voluto proporre una attività informativa e divulgativa di ampio respiro in modo che potesse anche suscitare uno stimolante motivo di riflessione.
Nel corso dell’incontro culturale è stato preliminarmente evidenziato che trattare il tema della violenza sulle donne, così genericamente detto, riporta a una dimensione circoscritta a un contesto sociale, con i suoi equilibri social-culturali, stabile e stabilizzato. Più facile dunque approcciarsi per eseguire una ricerca analitica delle cause, del contesto, delle cure e della prevenzione. Diverso è trattare il tema in un contesto di belligeranza, dove gli equilibri sociali e relazionali hanno subito una pesante mutamento e dove l’incognita di cosa sarà il domani pesa come un macigno sulla stabilità interiore ed esteriore di ciascuno. Ancora più determinante è il fattore di vulnerabilità soggettiva ove, nella belligeranza, per antonomasia, sussiste la affermazione del più forte. Costi quel che costi.
Lo smembramento dello Stato sociale preesistente deve trovare poi nuovi equilibri con l’insorgenza inevitabile di un numero accresciuto di vittime. La società si rompe inevitabilmente tra combattenti e non. Più tradizionalmente l’uomo combatte e si separa dalla famiglia per andare al fronte; Lascia i suoi affetti suo malgrado; restano, in una frase fatta: donne vecchi e bambini.
I relatori, nel proseguo hanno evidenziato come, in questo contesto le donne assumono un ruolo centrale in questa nuova società, venutasi forzatamente a costituire- in bello-. La donna diventa perno delle nuove dinamiche sociali. Da quel momento diventa unico gestore di tutte le azioni finalizzate alla sopravvivenza nella consapevolezza di essere -come donna-vittima designata.
La ricerca di un ricovero sicuro, la ricerca del cibo, la conduzione di vita e la protezione dei familiari, ma ancora la condivisione e vicinanza a realtà umane simili che stimolano a formare una comunità più allargata con lo scopo di sopravvivere il più possibile. Le scelte da fare sono di una importanza e di un peso enorme, nella consapevolezza di doversi esporre in prima persona accentuando il rischio della vita. Essere bersaglio, essere preda di guerra, subire rappresaglia, essere oggetto di scambio, sono elementi logoranti e da considerare tangibili e sempre più vicini man mano che le esplosioni delle bombe e i colpi di fucile si fanno sempre più vicini. Scegliere -per la sopravvivenza- secondo momenti, continuamente diversi e mutevoli, in una persistente condizione di emergenza, avvolti da uno stato di pericolo persistente oltre che mutevole, porta, nella sua tragicità, ad una tensione e logoramento incanalati dal pensiero della precarietà e della incertezza del domani. Il decidere di restare o di esondare, accollandosi la responsabilità familiari, anche come detto prima in una forma familiare allargata, attanaglia, logora, traumatizza e vittimizza. Accettare la possibilità di una cattura dalla parte avversa, quindi valutare tra il restare o fuggire dai luoghi, lasciando la propria terra e le proprie radici con le incognite conseguenti, logora traumatizza e vittimizza. Il ruolo delle strutture statali e sociali preesistente non sempre può essere presente e attivo comportando isolamento e conseguente vulnerabilità – consapevole-.
Sono state toccate ulteriori tematiche, come il ruolo del combattente verso la popolazione civile (che ha un’influenza significativa); la costituzione di aree franche e protette; di corridoi umanitari; di luoghi rifugio e di ricovero riconosciuti e tutelati, in un contesto ove spesso incide la operatività di Organizzazioni Internazionali di soccorso e di supporto alla popolazione la cui efficacia può fare la differenza con e senza la partecipazione militare dei belligeranti. Con o senza una effettiva e tangibile cooperazione civile militare – nella belligeranza e post belligeranza- introducendo la operatività e ruoli e compiti dell’apparato CIMIC, le cui capacità all’interno delle FA italiane sono, ad oggi, un positivo esempio riconosciuto a livello internazionale. Ma anche la analisi della dimensione della accoglienza extranazionale per dare supporto e rifugio ai profughi di guerra.
La esposizione della serata ha consentito di rivelare anche la insorgenza inquietante della illegalità strettamente legata alla sopravvivenza di guerra (traffici illeciti- mercato nero- bande di briganti) che producono rischi nuovi e trasversali nelle donne e nei famigliari. Tutti fattori di per sé violenti e traumatizzanti che la donna capofamiglia vive in prima persona e che suo malgrado non può evitare, bensì deve sopportare col massimo delle sue capacità senza sapere quando sarà il tempo della fine.
È risultato, dunque emotivamente importante conoscere, seppur sommariamente, tutte le dinamiche e i fattori concorrenti che la donna deve sopportare e superare in un contesto di belligeranza, stretta nella morsa del pericolo per sé e per i suoi congiunti, spinta dalla necessità di sopravvivere (convivendo con il patema d’animo di quali siano le sorti del proprio marito o figlio che combatte al fronte, di cui non sa più nulla).-
I diversi argomenti che sono stati esposti grazie agli interventi di diversi relatori, tra cui una psicologa professionalmente impegnata nella Psicologia dell’emergenza, membro della CRI, Dott.ssa Hanna FARAH, il Generale di Brigata degli Alpini, in congedo, Dott. Paolo GUZZOLETTI -dalla nutrita esperienza in missioni estere e impiego CIMIC-, e il Colonnello dei Carabinieri in congedo, Dott. Andrea MARIUZ, Sociologo e Criminologo, hanno consentito di fornire uno “spaccato” di un contesto poco trattato nelle cronache di guerra e nel fenomeno della violenza sulle donne, no tralasciando gli elementi di vittimizzazione primaria e secondaria , ed ancora la classificazione delle vittime coinvolte in questo scenario complesso. La manifestazione ha voluto così raccontare, con prospettive nuove e accessibili, un tema in una prospettiva vicina alle “vittime”, evidenziando la osservazione da più punti di vista nell’intento di rivelare meglio che la violenza sulle donne è – ahimè- ricca di vari connotati e ulteriori ripercussioni – fisico psichico e sociale-. Ripercussioni, il più delle volte, non facilmente e immediatamente sanabili, con evidenti effetti e conseguenze sull’assetto sociale – sia nel tempo delle ostilità, sia nei momenti di pace e di ricostruzione, sia anche dopo. La manifestazione ha visto una folta presenza di pubblico, ma soprattutto una nutrita presenta di rappresentanti di organizzazioni istituzionali e di volontariato operanti nel settore di assistenza e supporto sociosanitario con buona soddisfazione per i due Enti organizzatori.
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