(AICIS)  Se vuoi vincere le emozioni, il dolore o la tristezza affidati ai numeri, perché la matematica non ha cuore, né ricordi né rimpianti.

E se celebri la “giornata mondiale delle vittime della strada”, istituita per legge il 15 novembre di ogni anno, non farlo con i numeri, ma con una preghiera – religiosa o laica – affinché l’infinita sofferenza contenuta in ogni cifra non si perpetui in un ineludibile tributo alla mobilità moderna.

Nel 2019 sono stati 172.183 gli incidenti stradali con lesioni a persone in Italia, in lieve calo rispetto al 2018 (-0,2%), con 3.173 vittime (morti entro 30 giorni dall’evento) e 241.384 feriti (-0,6%).

Burocraticamente: 172mila pratiche assicurative; altrettanti fascicoli di rilievo tecnico sulla strada da parte della polizia (se stimiamo 3 ore per ciascun rilievo 156mila ore di lavoro per gli agenti); 172mila ambulanze e posti letto. Più 3.173 lapidi al cimitero e un fiume implacabile di lacrime. Quali progetti di vita svaniti, quanti sogni interrotti, quanti abbracci non dati, quanti genitori, fratelli, sorelle, nonni per sempre con il buio nel cuore.

Le impietose statistiche: La statistica dice che tra le vittime risultano in aumento i ciclisti (+15,5%) e i motociclisti (+1,6%); in diminuzione le altre categorie di utenti: pedoni (-12,7%), ciclomotoristi (-18,5%), occupanti di veicoli per il trasporto merci (-27,5%) e automobilisti (-0,8%).

Si parla di mobilità sostenibile, ma poi aumentano le vittime tra i ciclisti. Cosa accadrà con l’aumento delle vendite (incentivate) di monopattini lo sa solo il Cielo.

Gli incidenti stradali sono un problema di salute pubblica molto importante: per l’Oms sono la nona causa di morte nel mondo fra gli adulti, la prima fra i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni e la seconda per i ragazzi dai 10 ai 14 e dai 20 ai 24 anni. Rappresenteranno la terza causa globale di morte e disabilità.

Sulle strade dell’UE quasi 25mila persone sono decedute nel 2019 in incidenti stradali. Il tasso di mortalità stradale (morti per milione di abitanti) si attesta, nel 2019, a 48,1% nella Ue28 e a 52,6% in Italia. Nel 2019 le vittime della strada aumentati in undici Paesi, tra i quali alcuni di più recente adesione all’Unione europea, come Slovenia (+12,1%) e Slovacchia (+7,0%), ma anche in quelli con una consolidata tradizione per la sicurezza stradale, come Danimarca (+17,1%) e Regno Unito (+4,7%).

Il costo della sofferenza: “povera vittima”, “povero carnefice”.

Lo schianto e il buio ha inghiottito Michela: Una splendida anima con un gran cuore e mille progetti per il futuro…Bellezza e fascino di altri tempi. In un’unica parola “Michela” … e così il 1° gennaio 2008 dopo aver trascorso 22 anni accanto a Mamma e Papà, ho deciso, in breve tempo, di partire per la grande avventura, Milano! La città che mi avrebbe permesso di realizzare tutti i miei sogni… Pensavo e credevo!!! Studiavo Giurisprudenza. Volevo diventare un importante magistrato e quando sarebbe stato il momento, come ogni donna, avrei sposato un uomo meraviglioso e magari sarei diventata mamma di una splendida bimba di nome “Karol”, si proprio come il Papa che ho adorato tanto. Ho voluto mettermi alla prova superando ogni giorno, con grande determinazione, le difficoltà di una scelta così importante… e ce l’avevo fatta, la sfida era stata vinta!!!! Ore 9.30, come ogni mattina, anche il 23 febbraio 2009, primo squillo al cellulare, è Mamma che mi da il buongiorno ed è anche preoccupata per il mio mal di gola, oggi infatti sto poco bene! Faccio tutte le mie cose, preparo i libri in borsa e via in biblioteca… ho tanto da studiare, tra poco tempo dovrò sostenere due importanti esami… forse passo prima in farmacia… Esco di casa, sono quasi le 11.00, saluto per strada i vicini di quartiere, faccio la solita strada che mi porta in corso XXII marzo, uno sguardo attento al traffico, attraverso la strada, ma solo sulle strisce pedonali. Milano è una bellissima città, ma con un traffico fuori dal normale, bisogna stare molto attenti, più del solito!!!. E’ una splendida giornata, mio papà dice, sempre, che ho portato il sole a Milano… penso a tutte le cose da fare, continuo a camminare sulle strisce, guardandomi sempre bene intorno.

Da lontano sta arrivando un autobus, l’autista mi vede e si ferma…  lo saluto, ringrazio e proseguo, manca solo un piccolo passo per raggiungere il marciapiede, chi vuoi che passi in così poco spazio…!!! Ore 11.15 oltrepasso di pochissimi centimetri l’autobus, una frazione di secondo e poi…il buio!!!!

Troppe mamme, troppi padri, troppe sorelle e fratelli soffrono, è un dolore che non svanisce con il tempo che passa.

Giordano è un omicida stradale: «Ho sentito un rumore sordo. Poi silenzio». Quando Giordano (nome di fantasia) ha riaperto gli occhi intorno a lui vedeva solo bianco. Gli aveva chiusi solo per un secondo, quanto bastava per non vedere di che colore è la paura. Quella che ha provato quando, dopo la salitina che era solito attraversare ogni pomeriggio con la sua auto, di ritorno dal lavoro, si è trovato davanti a lui un uomo a piedi. Sono passati dodici anni da quel giorno di metà gennaio ma Giordano, che oggi ha 67 anni, lo ricorda come fosse ieri. «Non mi rendevo conto di cosa stava succedendo e continuavo a ripetere “Cos’ho fatto, cos’ho fatto”. Mi tenevo la testa con le mani e camminavo accanto alla macchina. Ho preso il cellulare in mano e ho chiamato l’ambulanza. Poi ho fatto il numero di mio figlio e l’ho chiamato. Gli ho detto “Vieni, è successa una tragedia”».

Quando è tornato a casa era notte fonda e suo padre era in dormiveglia, imbottito dai tranquillanti. «Non sono uscito per mesi. Di nascosto, quando faceva buio, chiedevo a mia moglie di accompagnarmi al cimitero. Andavo da quell’uomo e restavo davanti alla sua foto. Immobile. Quando c’era qualcuno, restavo in macchina. Lo faccio ancora oggi».

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